L’Aura parte 1

Concetto di Aura – dalle origini ai punti di vista critici

La parola  Aura proviene dal latino e significa «simile all’aria, un soffio leggero, un vapore o un riflesso»

Nella spiritualita’ e in parapsicologia, si suppone che le persone e gli oggetti siano circondati di un’aura Dans les spiritualités et en parapsychologie, halo lumineux supposé entourer les personnes ou les objets

L’aura e’ un campo d’energia che circonda e penetra ogni essere vivente poca importa che si nel mondo fisico materiale o in altre dimensioni. Un’aura include i chackra, i corpi sottili, i meridiani e le nadi, che e’  un insieme di tutto quello che noi siamo sul piano energetico.

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L’aura può contenere due tipi d’energia:

L’energia pura (prâna, chi)  che si assorbe nel momento dell’ inspirazione.

L’energia modificata (piuttosto indesiderata) che si accumula con le esperienze di vita spiacevoli e quando questo tipo di energia si immagazzina nell’aura può causare tra l’altro dei problemi fisici.

Una persona che ha sviluppato  le sue percezioni o talenti psichici può percepire o vedere l’aura. Ad esempio, se i colori percepiti sono chiari e nitidi come i colori dell’arcobaleno, questo denota in generale uno stato di buona salute.

Al contrario, se i colori sono sporchi, grigiastri, questo significa che c’è un problema e che l’energia si e’ accumulata e comincia a ostruire la liberta’ della persona. Per liberta’ , si fa riferimento  alla gioia, la salute, la felicita’, la creativita’ e tante altre qualita’ soddisfacenti della vita.

Come si può vedere e percepire l’aura?

Per vedere, deve essere attivo il 3° occhio, da quel momento, l’aura viene vista come un energia  o una specie di nuvola colorata e la persona è al centro di questa nuvola che si allarga fino ad a una certa distanza. Un’altra condizione necessaria nel piano fisico per vedere l’aura, ed e’ che lo sguardo non deve mai essere messo a fuoco ma piuttosto sfuocato. Appena lo sguardo ridiventa preciso come quando ad esempio si guarda un oggetto, non si vede piu’ l’aura. Riuscirci richiede una certa pratica perche’  all’inizio, si ha la tendenza a ritornare al nostro modo di vedere abituale.

Possiamo percepire l’aura quando facciamo del lavoro energetico su una persona, grazie ai chackra dei palmi delle mani, possiamo toccare e far muovere l’energia. Si può per esempio, togliere delle energie indesiderate dai campi energetici di una persona.

Attraverso la sensitivita’, possiamo anche sentire l’aura di una persona nel proprio campo energetico ed anche nel nostro corpo fisico. Quando questo avviene in generale, e’ come una sensazione forte nella nostra aura sempre sapendo che questa sensazione non ci appartiene. Questo è un mezzo utile quando si lavora sul piano energetico, si può percepire delle informazioni precise sulla persona che stiamo trattando.

Evidentemente uno dei migliori modi di sviluppare le nostre qualità psichiche è con la pratica della meditazione. Ci permette di armonizzare gli emisferi del cervello, sviluppare le percezioni, alterare la coscienza ordinaria, libera dalla materia e dà accesso ai piani sottili di esistenza.

L’aura è un concetto esoterico che indica un alone radiante attorno agli oggetti o agli esseri viventi, manifestazione esterna della loro “forza vitale” sotto forma di campo d’energia. L’aura si caratterizza tipicamente dalla sua forma e dal suo colore, e sarebbe particolarmente sviluppata nelle persone sante o spiritualmente evolute.

Secondo i chiaroveggenti che affermano di poter percepire le aure, queste appaiono come una nuvola di nebbia o di vapore piu’ o meno luminosa, piu’  o meno colorata, con contorni più o meno definiti, che si estende oltre il corpo umano su una distanza variabile (da alcuni centimetri a oltre 1 metro). Tuttavia, l’esistenza dell’aura non ha mai potuto essere dimostrata e non è dunque riconosciuta dalla Comunita’ scientifica.

Origine e storia del concetto

L’origine esatta della nozione dell’aura e la sua evoluzione attraverso il tempo non sono conosciute con certezza.

L’etimologia comunemente accettata e’  che il termine viene dallo greco αὔρα e dal latino aura, che significano “brezza” o “soffio d’aria”. Gli esoterici privilegiano tuttavia un’altra etimologia: आर (ara), termine sanscrito che indica i raggi di una spirale, cosa che e’  vista come un’allusione alle radiazioni energetiche emanate dal corpo umano.

L’aura e’ molto probabilmente legata agli aloni luminosi attorno alla testa, convenzione artistica e simbolo che segna una divinita’ o un uomo santo nella maggior parte delle religioni del vecchio mondo. Quest’idea e’ testimoniata dall’antichita’, poiche’ Omero riportava gia’ nell’ Iliade che la testa degli eroi sul campo di battaglia sembrava circondata da una luce surreale.

Questa nozione si trova successivamente nelle 3 grandi religioni abramiche:

-nel cristianesimo, le aureole dei santi, dei profeti e degli angeli; o il nimbo (alone sotto forma di cerchio) che circonda il capo del Cristo in alcune rappresentazioni;

-le miniature persiane rappresentano auree con fiamma (nominate in persiano farr “gloria”) attorno al viso del profeta Mohammed o di alcuni saggi, nel mondo dell’islam;

-il giudaismo usa abbastanza poco le aureole e le auree rispetto all’islam ed al cristianesimo; si può tuttavia citare l’esempio di Mose’ e delle proprie “diramazioni luminose” dopo avere ricevuto la chiamata di dio.

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Su una miniatura persiana, Mohammed porta  Jésus, Abraham et altri profeti alla preghiera. L’ aura farr figura sotto forma di un cerchio di fiamme ;si può notare che quella di Mohammed e’ più grande rispetto a quella di altri profeti (Tratto da : S. Ramezanmahi et H. Bolkhari Ghahi, The Manifestation of Fire and Light in the Icons of Mir-Heidar’s Miraj Nameh)

Nel buddismo e l’induismo, questi aloni non si limitano inevitabilmente alla testa e possono eventualmente includere tutto il corpo. Secondo la tradizione orale, Buddha avrebbe avuto il corpo circondato di 6 auree di colore diverso dopo avere raggiunto l’illuminazione; questa ragione di 6 colori fu ripresa nella bandiera buddista creata alla fine del XIX esimo secolo.

Nel giainismo, secondo il concetto di lesya, l’anima ha vari colori secondo il suo peso karmico e le sue qualità in materia di compassione e di benevolenza.

Il mistico indiano Meher Baba (1894 – 1969) affermava che l’aura  possedeva 7 colori; conservava  i pensieri e le emozioni, era soggetta a trasformarsi in un vero aureola grazie ad allenamenti spirituali.

Le diverse auree ed i loro colori sono state spesso associate (tanto dagli indu’  che dagli autori New-Age moderni) ai 7 chakras, dei punti vitali energetici distribuiti lungo il corpo ed a ciascuno dei quali la tradizione del kundalini yoga attribuisce anche una colorazione particolare.

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Thangka (pittura su tela) tibetana, rappresentante il dio Mahakala circondato da una aureola   infiammata

Il concetto di aura nel suo senso moderno sembra avere assunto forma nell’ambito della societa’ Teosofica, un’associazione spirituale costituita alla fine del XIX secolo. I membri della societa’ Teosofica traevano maggior parte della loro ispirazione dalle religioni orientali ed in particolare dalla mistica indiana (la societa’ ha del resto la sua sede a Adyar in India), così si può supporre che attraverso questi incroci il concetto di aura e’ stato diffuso. Il teosofo (e chiaroveggente autoproclamato) Charles Leadbeater scrisse nel 1897 un’opera intera dedicato all’aura, in cui riunì le sue caratteristiche e le sue proprieta’. Leadbeater descriveva l’aura come una nebbia luminosa che circonda il corpo umano, ed egli riprendeva l’idea di una classificazione per colore. Successivamente, molti autori adepti alla Teosofia (o a movimenti vicini come l’Antroposofia) svilupparono le loro teorie sull’aura.

Alla fine del XIX e all’inizio del XX secolo, in seguito alla scoperta della radioattivita’ e dei raggi X, l’idea che i progressi della scienza avrebbero dimostrato l’esistenza dell’aura si era diffusa presso gli esoteristi.

La fotografia era anche in pieno sviluppo, e le foto che mostravano aloni e nebbie luminose attorno alle persone (in particolare le fotografie famose prese dal medico Hippolyte Baraduc negli anni 1890) passavano per prove materiali della realta’ dell’aura presso i teosofi. Mentre gli spiritisti, loro, vi vedevano piuttosto una manifestazione degli spiriti e dell’animo umano.

Durante gli anni 1910 e 1920, il medico londinese Walter John Kilner condusse ricerche volte ad identificare e caratterizzare l’aura dei suoi pazienti. Convinto della sua esistenza, Kilner assimilava l’aura ad una forma d’irradiazione ultravioletta da cui le caratteristiche dipendevano dall’umore e dalla salute della persona. Per mezzo di un dispositivo particolare che si presenta sotto forma di occhiali, Kilner pretendeva di poter distinguere l’aura.

Successivamente, i lavori di Kilner furono assimilati dai Teosofi (in particolare Arthur E. Powell) e sono ancora al giorno d’oggi utilizzati a volte come  prove scientifiche dell’esistenza dell’aura.

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Modello di occhiali  di Kilner moderni, in commercio

Le idee di Kilner sono collegate ad altre teorie come quella del L-Fields (proposta dal medico Harold Saxton Burr negli anni 1930) o quella dei campi morfogenetici (avanzata da diversi scienziati all’inizio del xx secolo e diffusa dal biologo Rupert Sheldrake nel 1981). Queste diverse ipotesi sollecitano l’esistenza “di un campo energetico”  generato dagli esseri viventi, mutevole secondo la loro salute, le loro esperienze… e che può influenzarle, o trasmettere informazioni per molte generazioni. Queste teorie hanno influenzato l’ambiente New-Age, ed alcuni autori li mescolano occasionalmente con concezioni più “tradizionali” di aura.

Il concetto di aura e’ stato diffuso presso il grande pubblico negli anni 60 con lo sviluppo della New-Age e della cultura hippy, che si sono fortemente nutrite delle spiritualità precedenti (Teosofia, Antroposofia) e delle religioni asiatiche. Il famoso “falso lama” Lobsang Rampa gli consacra  un libro intero (I segreti dell’aura, 1965).

Nel 1999, la coppia Lee Carol e Jan Tober pubblicarono il libro I bambini indaco: Bambini del terzo millennio e diffondano la teoria dei bambini indaco, sostenendo che l’aura servira’ a determinare l’evoluzione spirituale della gente.

L’aura è diventato molto popolare in alcuni ambienti. Le persone che si proclamano “vampiri psichici” affermano di attingere a volte l’energia dell’altra gente con la loro aura.

Nella misura in cui numerose teorie New-Age affermano che le caratteristiche dell’aura cambiano in funzione della salute o dell’umore delle persone, alcuni ipnotizzatori o “bio-energetici” affermano  di poter individuare l’aura ed agire su questa per guarire i disturbi della salute.

Caratteristiche accertate

 Spesso nella New-Age, molte variazioni e divergenze concettuali si sono sviluppate attorno alla nozione di aura. E’  dunque molto difficile elaborare una lista esauriente delle caratteristiche attribuite all’aura, che non sono unificate e possono fortemente variare secondo le fonti e gli autori.

Secondo le teorie, l’aura si svilupperebbe attorno all’ intero corpo, o soltanto sopra alcune parti del corpo. Inoltre conformemente alla antica concezione religiosa delle auree e aureole, solo gli uomini santi o i saggi possederebbero un’aura… Tuttavia Helena Blavastky, la fondatrice della societa’ di Teosofia, sosteneva nel suo glossario teosofico (1892) che tutti gli esseri viventi ed anche cose inanimate come gli oggetti o le rocce ne erano forniti. Quest’idea attualmente sembra essere diventata la norma presso gli autori New-Age.

La natura dell’aura e’ raramente chiarita da chi crede alla sua esistenza, che la descrive semplicemente come “un’energia vitale” una “forza magnetica” o “elettrica”, “un etere” senza rientrare maggiormente nei dettagli. L’aura puo’ anche essere vista come un’emanazione dell’anima della persona, o del suo corpo astrale – che rientrerebbe in gioco nei fenomeni di decorporazione e di NDE (Near Death Experience). Numerose teorie affermano che l’aura trova la sua origine nel qi e nel prana, dei concetti d’energia vitale derivati dalle culture asiatiche, o che deriva dall’attivita dei chakra. L’autore Robert Bruce ha sostenuto nel suo libro Auric Mechanics and Theory (2000) che l’ aura non e’ realmente luminosa, ma che e’ percepita da un sesto senso  ancora sconosciuto dall’essere umano ed in seguito interpretata come una forma di luce dal cervello. L’aura non puo’ essere vista nel nero completo, a meno che almeno una parte del corpo della persona sia illuminata.

Viene spesso affermato che non ci sarebbe una, ma molte auree che si svilupperebbero “in strati” successivi attorno al corpo umano.. Secondo Rudolf Steiner (1861 – 1925), fondatore dell’ Antroposofia ed ex teosofo, l’aura possiede due componenti i cui parametri (colori e forme) sarebbero determinati per una parte dal corpo fisico della persona, e per l’altra dal suo stato spirituale. Il suo contemporaneo, l’occultista britannico Walter Ernest Butler affermava da parte sua che la prima aura era spirituale e la seconda eterica. Walter J. Kilner pretendeva di avere identificato 3 aure  grazie ai suoi occhiali (vedi sotto): il doppio eterico, l’aura interna e l’aura esterna, che si sviluppa su una decina di centimetri oltre il corpo dei suoi pazienti. Molti autori new-age moderni distinguono da 4 a 7 auree diverse, con nomi e caratteristiche variabili (ad esempio: aura fisica, eterica, energetica, emozionale, intellettuale, divina e spirituale).

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Immagine presentata come la fotografia dell’aura di un bambino, osservata attraverso gli occhiali di Kilner

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Nelle numerose teorie, il numero e il colore delle aure sono  riprodotte sui  7 chakras del  kundalini yoga

Le auree sarebbero caratterizzate dal loro colore. Questo colore dipenderebbe dal sesso della persona, o dalla sua “evoluzione spirituale”. I bambini indaco sono così nominati dai loro inventori poiché la loro aura sarebbe viola, segno della loro maturita’ psichica. Secondo altre teorie, le auree non avrebbero colori fissi ma al contrario un colore variabile, mutevole in funzione della salute della persona (e questo permetterebbe ai chiaroveggenti di individuare malattie), del suo stato emozionale e delle sue sensazioni (l’aura cambierebbe a seconda se si prova rabbia,  tristezza o  gioia).

Nella maggior parte delle credenze, l’aura sarebbe invisibile ai comuni mortali; solo la gente dotata di capacità speciali, come i medium o i magnetizzatori, potrebbe distinguerli ad occhio nudo. Nel migliore dei casi, le auree molto forti lascerebbero un’emozione indefinita e diffusa alle persone che si trovano nel loro perimetro. Tuttavia, la percezione dell’aura sarebbe possibile a tutti attaverso alcuni esercizi d’allenamento, dalla meditazione, o con l’impiego di apparecchi particolari. Il medico Walter J. Kilner e’ conosciuto per avere inventato negli anni 1910 “gli occhiali di Kilner”, un dispositivo presentandosi sotto forma di lenti riempite di soluzioni alcoliche colorate. Messi sugli occhi, questi occhiali facilitavano secondo Kilner la percezione dello spettro luminoso al di fuori delle zone normalmente visibili all’occhio nudo, e dunque rendevano possibile la visione dell’aura. Con l’allenamento, era anche possibile fare a meno del dispositivo e di percepire l’aura senza gli occhiali.

Nel 1936, il russo Seyon Kirlian creo’ un dispositivo che permise di prendere “foto” di aloni colorati attorno agli esseri viventi ed agli oggetti disposti in un forte campo elettrico. Questo fenomeno è stato interpretato come una prova dell’esistenza dell’aura, benche’ sia stato rifiutato dagli scienziati (vedi parte seguente).

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Fotografia di un effetto Kirlian intorno ad una chiave inglese

 Punti di vista scettici e critiche

La principale critica formulata dagli scettici sull’esistenza dell’aura e’ che questa non e’stata mai messa in evidenza in nessun modo. Non ha mai potuto così essere misurata nonostante l’impiego di apparecchi sofisticati – quando non c’e’nessuna ragione fisica perché le macchine non possano percepire l’aura se l’occhio umano ne e’capace. L’esistenza dell’aura rimanda inoltre all’esistenza misteriosa “di un’energia vitale” completamente sconosciuta alla scienza, cosa che mal  si integra in tutte le nostre conoscenze di biologia e fisica. Gli esercizi che permetterebbero di allenarsi per vedere l’aura e che sono proposti dagli autori New-Age o sui forum in Internet, si baserebbero in realtà su fenomeni fisiologici semplici come la persistenza della retina o le illusioni ottiche… e non avrebbero dunque nulla a che vedere con qualunque capacita’ sovrannaturale. Le emicranie o la stanchezza possono anche causare perturbazioni dei campi visivi e favorire la percezione “di fantomatiche luci” simili all’aura.

In generale, alcune correnti del movimento  New-Age (come l’assenza di consenso tra gli autori che possono a volte sostenere idee contradittorie, o il ricorso a teorie erronee da un punto di vista scientifico) sono disapprovate da chi crede all’esistenza dell’aura.

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Su questa illusione ottica molta conosciuta, la persistenza della retina legata al contrasto bianco/nero e ai micro movimenti dell’occhio contribuisce a creare una sottile « aura » intorno alla figura di Gesù

Molti studi hanno dimostrato che le famose “le fotografie Kirlian” che mostrano aloni luminosi che circondano oggetti e che sono spesso presentate come una prova dell’esistenza dell’aura, derivano in realtà dall’effetto corona. Il forte potenziale elettrico al quale è sottoposto l’oggetto messo nel dispositivo comporterà un’ionizzazione dell’aria attorno a quest’ultimo. Questo alone di ionizzazione, eventualmente visibile sotto forma di campo di luce diffusa, è utilizzato sul dispositivo di Kirlian per stampare una lastra fotografica e cosi’ creare la foto. Numerosi parametri come l’umidità sulla superficie dell’oggetto, la temperatura… influenzano il modo in cui l’aria si ionizzera’, e dunque la dimensione ed il colore dell’alone, cosa che ne fa un fenomeno complesso e difficilmente prevedibile.

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Visione di un’artista del modo in cui una persona che soffre di sinestesia vede le lettere e i numeri

Circa il 4% della popolazione soffrirebbe di sinestesia, in modo più o meno grave ed a volte senza rendersene conto (poiché ci convivono da sempre). Le origini neurologiche di questa malattia non sono conosciute, ma sembra che sia genetico e dunque potenzialmente ereditario.


Link complementari :

Wikipedia [en]

Dictionnaire sceptique [fr]

Punto di vista scettico sulle aure, dai Scettici del Québec

Choix-Réalité.org [en]

Punti di vista  New-Age sulle aure

 

Bibliografia:

Iconografia dell’aura : dal magico al sacro, di Maria Giula Dondero (2005). Rivista dell’Associazione Italiana di Studi Semiotici.

The human aura : astral colors and thought forms, de Swami Panchadasi (1916). Ed. Advanced Thought Pub Co.

 

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